
Non bastano la finale di Champions League della Juve e la voglia di rinascita delle milanesi per invertire la tendenza. In Europa gli sceicchi, in Serie A l’usato (non) sicuro
C’è chi storce il naso dopo aver speso più di 100 milioni per un paio di acquisti e chi da vice campione d’Europa pensa quasi più ad incassare che a spendere. Follie di mercato, ma neanche troppo. Perché il divario tra Serie A e campionati esteri nel mercato è abissale. Per questione di marketing e non di risultati.
SAPER VENDERE PER COMPRARE – Il problema delle casse societarie italiane è principalmente l’incapacità di vendere il prodotto. I contratti di sponsorizzazione firmati dai club italiani non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli dei colossi esteri. Gli accordi plurimilionari delle inglesi, nonostante il poco feeling con l’Europa negli ultimi anni, fanno impallidire anche le squadre italiane più blasonate. Ecco perché acquisti come Sterling a più di 80 milioni sono possibili in Gran Bretagna ma non in Italia. Se poi si considera che il contratto di sponsorship che lega il Glasgow Rangers al casinò italiano di 32Red frutta agli scozzesi più o meno quanto quello del Napoli con Lete il quadro della finanza calcistica italiana risulta ancora più chiaro. Soprattutto perché molte società di Serie A non hanno nemmeno un main sponsor.
STADI DI PROPRIETA’ – Juventus, Sassuolo e Udinese. E’ questa la lista delle squadre italiane che possiedono uno stadio di proprietà. Un numero irrisorio se confrontato con le realtà inglesi, spagnole e tedesche, dove l’eccezione è lo stadio comunale. Possedere l’impianto in cui si ospitano le partite elimina il costo di affitto dello stadio per una gestione di marketing molto più utile alle società. Superato lo scoglio del costo della produzione, lo stadio di proprietà consente introiti costanti e esclusivi. In Italia qualcosa si sta muovendo, ma ancora troppo tardi. Stranamente.
SCELTE DI MERCATO – Non sorprenda poi se il mercato estero è sempre sontuoso e quello italiano ormai è portato a due alternative: richiamare i giocatori che non hanno trovato fortuna all’estero o strapagare i talentini delle piccole di Serie A. Magari entrambe le possibilità insieme, come ha deciso di fare la Juventus coprendo d’oro Sassuolo e Palermo ed elemosinando Cuadrado dal Chelsea. Intanto il PSG compra Di Maria a 63 milioni dal Manchester United. Un giocatore che avrebbe fatto molto comodo ad Allegri, ma le folli spese non sono da casa Italia, con qualche eccezione milanese (Kondogbia e Romagnoli). Apprezzabile l’idea di costruire una squadra con innesti giovani, meno quella di non dare un leader da vice campione d’Europa in una zona importantissima come la trequarti. Poi se Draxler preferisce lottare per il secondo posto in Bundesliga con il Wolfsburg che per lo scudetto in Serie A il messaggio sembra chiaro. L’Italia è vista come la Serie B d’Europa.
PICCOLE INVOLUZIONI – Come combattere il rischio di venire bollati serie cadetta del calcio europeo? Se il mercato estero non ci sorride, spazio al made in Italy. O meglio, ai campioncini del campionato italiano, non necessariamente azzurri di nazionalità. Non una buona notizia, a pensarci bene. Depredare le formazioni sulla carta più deboli del nostro campionato costringe le piccole a doversi adattare ogni anno ad una stagione completamente differente, con un divario sempre più ampio dalle big. Il Palermo rimpiazza Dybala con un Gilardino di 33 anni made in China, il Sassuolo pesca Defrel dal Cesena per sopperire all’assenza di una delle maggiori promesse del calcio italiano. Il fallimento del Parma ha paradossalmente riempito qualche buco qua e là nelle rose di Serie A, dando l’illusione di aver rinforzato i reparti. In realtà ad aumentare non è il livello della squadra, ma la profondità della voragine tra big e piccole. Che si vedrà, soprattutto quando il pazzo inizio di campionato sarà uno sbiadito ricordo (o rimpianto) per tutti gli appassionati. Attenzione però, il processo di involuzione delle piccole non può essere infinito. O la Serie A si mette al pari degli altri nel mercato o per il calcio italiano saranno guai. Campionato avvisato…
Fonte imamgine corrierequotidiano.it